venerdì 5 aprile 2013

Formazione: Una parola rossa di passione: "Bianca come..."

Quando il pensiero è chiaro diventa una buona parola.
E quando una parola è ben scritta diventa vita
e la vita diventa sogno. 

Questo percorso si è completato con la tempesta emotiva che ha segnato i volti dei tanti giovani che hanno assistito alla proiezione del libro-divenuto-film "Bianca come il latte, Rossa come il sangue", presentato ieri sera in contemporanea in più di 200 sale in tutta Italia.
Ci sono libri che rapiscono per il tempo della lettura, altri che proprio non piacciono, altri che, invece, possono cambiare la vita. Può essere il caso del bel lavoro del "Prof 2.0" Alessandro D'Avenia, divenuto un cult fra i teenager (e non solo).

Solitamente le trasposizioni libro-film presentano diversi cambiamenti in negativo, ma fortunatamente la presenza dell'autore del testo fra gli sceneggiatori ha limitato questo rischio. Il film, che per definizione utilizza un altro canale espressivo, ha diversi pregi:
valorizza elementi rimasti in secondo piano nel testo (ad es. un paio di passaggi nella vita di classe sono molto ben riusciti);
affronta in modo molto esplicito e positivo la questione della donazione di midollo;
si giova di un riuscito mix fra attori navigati (Argentero, Insinna, la Cecilia Dazzi dei "Ragazzi del muretto" di anni fa) e giovani promesse (Weiss, Scicchitano, Ruffino, Guerrieri), cui si aggiunge un cameo di quella potenza energetica vocale di Laura Curino (cliccate sul link del nome che merita);
evidenzia bene le possibili soluzioni oltre ai problemi (risolvibili);
fa vedere tanti scorci di Torino (a cominciare dalla mia vecchia aula al Gioberti ;);
riesce a "salvare" il messaggio di fondo del testo.
Intendiamoci il film è bello anche se non è proprio un capolavoro ("L'Attimo Fuggente" resta di un altro pianeta) e il libro ha sicuramente un altro impatto. (Lo ammetto sono un fan della parola scritta su quella parlata :)).

Però ha un gran pregio: non lascia indifferenti, ma emoziona e fa pensare.

Lo si è capito bene a fine proiezione quando i volti dei tanti giovani, da cui ero circondato, riflettevano la loro tempesta emotiva: sguardi persi nel vuoto, sorrisi tirati, lacrime a profusione. E se qualche "giovane di spirito" (ma non di età) commentava in dialetto: "A l'è propi bel...fa piurè" (E' proprio bello...fa piangere), allora vuol dire che "l'esame di maturità" del prof D'Avenia (sono parole sue dette in fase di presentazione) non sarà da lode in senso tecnico, ma per i contenuti sì. E per un formatore questo è il massimo.

1 commento:

  1. Complimenti per questo blog. Tante volte ho pensato di crearne uno mio per raccontare l'affascinante mondo della scuola, ma poi ne ho scoperto uno che fa per me, cm questo, e allora senza fatiche me lo godo, sbircio, rifletto, confronto. Ho scoperto il tuo blog da quando mi sn ritrivata nel tuo "duro, ma giusto e simpatico, ma non amico". Letto anch'io D'avenia, risucchiato in 2 giorni. Sul film sn meno diplomatica e dico che è molto lontano dal libro, ma probabilmente più interessante ad un pubblico giovanissimo. Ora, però, devo scappare.Ciao, Francesca, prof. Sostegno I grado.

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